Dietro

07/22/16

Dacia Maraini per #noiciamiamo: non è sempre colpa nostra


Chi è Dacia Maraini?

Un personaggio femminile di assoluto rilievo nella nostra cultura italiana.

Cos’altro si può ancora aggiungere?

Dalla mia esperienza, che è semplicemente una persona incantevole, nella sua speciale umiltà di letterata che ha accettato, con mio grande onore, di aderire a questa campagna dal titolo: #noiciamiamo.

Perciò, ho scelto di presentarvela solo attraverso una delle sue poesie più struggenti.

E lasciarvi quindi in compagnia, delle sue illuminanti riflessioni.

Donne mie illudenti e illuse che frequentate le università liberali,
imparate latino, greco, storia, matematica, filosofia;
nessuno però vi insegna ad essere orgogliose, sicure, feroci, impavide.
A che vi serve la storia se vi insegna che il soggetto
unto e bisunto dall’olio di Dio è l’uomo
e la donna è l’oggetto passivo di tutti
i tempi? A che vi serve il latino e il greco
se poi piantate tutto in asso per andare
a servire quell’unico marito adorato
che ha bisogno di voi come di una mamma?
Donne mie impaurite di apparire poco
femminili, subendo le minacce ricattatorie
dei vostri uomini, donne che rifuggite
da ogni rivendicazione per fiacchezza
di cuore e stoltezza ereditaria e bontà
candida e onesta. Preferirei morire
piuttosto che chiedere a voce alta i vostri
diritti calpestati mille volte sotto le scarpe.
Donne mie che siete pigre, angosciate, impaurite,
sappiate che se volete diventare persone
e non oggetti, dovete fare subito una guerra
dolorosa e gioiosa, non contro gli uomini, ma
contro voi stesse che vi cavate gli occhi
con le dita per non vedere le ingiustizie
che vi fanno. Una guerra grandiosa contro chi
vi considera delle nemiche, delle rivali,
degli oggetti altrui; contro chi vi ingiuria
tutti i giorni senza neanche saperlo,
contro chi vi tradisce senza volerlo,
contro l’idolo donna che vi guarda seducente
da una cornice di rose sfatte ogni mattina
e vi fa mutilate e perse prima ancora di nascere,
scintillanti di collane, ma prive di braccia,
di gambe, di bocca, di cuore, possedendo per bagaglio
solo un amore teso, lungo, abbacinato e doveroso
(il dovere di amare ti fa odiare l’amore, lo so)
un’ amore senza scelte, istintivo e brutale.
Da questo amore appiccicoso e celeste dobbiamo uscire
donne mie, stringendoci fra noi per solidarietà
di intenti, libere infine di essere noi
intere, forti, sicure, donne senza paura.

Questa poesia proviene dalla seguente fonte: Poesia di Dacia Maraini - Donne mie - Poesie di Dacia Maraini - Poesie.reportonline.it http://www.poesie.reportonline.it/poesie-di-dacia-maraini/poesia-di-dacia-maraini-donne-mie.html#ixzz4F7KS488D

F.F. La bambina Dacia, tra le privazioni degli anni giapponesi, e poi, crescendo, la scoperta della scrittura, le poesie, i romanzi, le opere teatrali: qual è il filo rosso che le ha consentito di non mollare mai?

Dacia Maraini: Sinceramente non lo so: forse la fiducia, nonostante tutto nel futuro, forse dei genitori ottimisti, idealisti, che si sono comportati con onestà e coerenza, forse la gioia di vivere.

F.F. Le figure delle sue donne, sono incredibilmente moderne: ha quindi deciso di aderire a #noiciamiamo. Come sono riuscite ad amarsi le donne che lei ha raccontato? C’è un modo per salvarsi dal mondo che ci imbrutisce e rischia di imbrutire soprattutto i nostri sentimenti muliebri?

Dacia Maraini: Per amare e solidarizzare con le altre donne bisogna prima di tutto amare se stesse. E per amare intendo stimare se stesse. Non c’è amore senza stima. Ma la storia della nostra cultura patriarcale è stata basata sulla cancellazione della stima per le donne. Spesso messe sugli altari e venerate, o considerate demoniache e pericolose, ma mai trattate come persone umane con le loro contraddizioni, la loro umanità, i loro diritti e doveri.

F.F. Le donne ed il successo: molte ragazze, oggi, buttano gli anni migliori inseguendo una simile chimera. A volte, non si formano neppure, pensando che un semplice reality possa bastare all'immortalità. Lei, ha vissuto una vita intensa, dove però la cultura ha sempre ricoperto un ruolo centrale. Alla luce della sua esperienza variegata, non di rado riversata nei suoi scritti, cosa sente di poter consigliare alle adolescenti?


Dacia Maraini: Consiglierei loro di avere fiducia in se stesse e di puntare in alto, ma senza ricorrere a scorciatoie e trucchi. Prima di tutto capire quali sono i nostri talenti e coltivarli. Tenendo conto però che ci vuole disciplina, lavoro, esperienza, fatica, competenza, preparazione. Il successo raggiunto di un colpo, per fortuna o per astuzia, non dura niente. Si perde come si è guadagnato, senza lasciare tracce.


F.F. La donna Dacia ed il fenomeno del femminicidio. Può, una sola parola arginare tutta questa violenza? Quanto ne siamo “responsabili”?Abbiamo forse amato “troppo” i nostri carnefici?


Dacia Maraini: Non facciamo l’errore di pensare che sia sempre colpa nostra. Certamente ci sono delle responsabilità da parte delle donne: per esempio quella di accettare il linguaggio convenzionale della seduzione basata sul principio della preda inseguita dal predatore, di deprezzare se stesse, di non fidarsi della propria intelligenza ma di puntare tutto sul proprio fisico, ecc. Ma la responsabilità è sempre di chi agisce. Altrimenti dovremmo pensare che ogni assassino è vittima del suo assassinato perché inconsciamente, involontariamente, l’ha indotto al delitto. Amare non è mai una colpa. La paura semmai porta a dei comportamenti masochistici. La maggioranza delle donne non denuncia il proprio aguzzino e spesso finisce malissimo. Comunque non ne farei una questione di genere. Guai a pensare che tutti gli uomini sono capaci di picchiare, violentare, uccidere. Anche le donne sono capaci di farlo: siamo esseri umani. Solo che le donne, storicamente, sono state costrette a sublimare, ovvero a trasformare le loro energie negative in qualcosa di utile per la società. Quindi l’emancipazione non dovrebbe consistere nello smettere di sublimare (per sublimazione intendo educazione, autocontrollo, cultura, umiltà, dubbio, attenzione verso l’altro), ma nel chiedere agli uomini di imparare anche loro a sublimare di piu e con piu coraggio.


F.F. Un consiglio di scrittura alle altre scrittrici e giornaliste che, come me, sognano di poterle un giorno assomigliare.


Dacia Maraini:
Leggere, leggere, leggere prima di tutto e poi scrivere scrivere scrivere. Bisogna stare a bagno nella letteratura. Vedere poco la televisione perché è fuorviante, immergersi nei classici prima di tutto e poi nei moderni, senza però farsi sedurre dai best seller americani.

Fonte materiale fotografico : Le foto sono state reperite in rete per gentile concessione della signora Maraini.
Dacia Maraini per #noiciamiamo: non è sempre colpa nostra


Scritto da: Federica Ferretti
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