Dietro

09/16/16

Marta Flavi si racconta in esclusiva per #noiciamiamo: l'emancipazione dovrebbe essere più tutelata perché ci rende migliori


Marta Flavi, una delle conduttrici televisive più note, ha fatto dell’”Amore” , il punto di forza delle sue trasmissioni.

Se vogliamo ripercorrerne la carriera sin dagli esordi, la conosciamo sull’emittente laziale Quinta Rete, dove ha presentato, per tre stagioni consecutive, L'ora dei ragazzi, fortunato contenitore per bambini.

Fino al passaggio alla RAI, su cui ha infatti continuato a condurre alcuni programmi simili.

Tuttavia, il suo successo è maggiormente legato al programma Agenzia Matrimoniale, andato in onda, stavolta sulle reti Finivest, per circa un decennio, resistendo, cioè, così a lungo, forse anche perché costituisce il primo reality show del genere.

Dopo esperienze piuttosto variegate, (ultimamente, la ritroviamo ospite ed opinionista sempre graditissima e di finezza indiscussa ad esempio su L’Italia sul 2, Verdetto finale, o ancora nella storica presenza a La vita in diretta), possiamo inoltre leggere le sue “Parole d’amore”, su Nuovo.

Perciò, la ringraziamo di vero cuore per averci imprestato la voce in una campagna così impattante, specie in questo momento storico, come #noiciamiamo.

Perché, anche grazie al suo sostegno, lo#stopfemminicidio e le #pariopportunità, diventino presto, il prima possibile, finalmente elementi concreti.

F.F.Buongiorno Marta, partiamo proprio dall’esperienza di Agenzia Matrimoniale, dove, come mi accennavi, nessuno aveva mai incontrato, prima, nessuno. Che differenza ci trovi rispetto agli appuntamenti, più o meno al buio, che possiamo fissare in rete?

Marta Flavi: Ciao Federica, grazie a te delle belle domande cui rispondo volentieri. A cominciare da questa, dove posso dirti che la differenza è netta, perché, mentre lì, ci si metteva la faccia, comunque ci si scopriva ben presto totalmente, nel web, possiamo sfruttare tanti “volti”. La relativa possibilità che abbiamo di inventare, pure dal nulla, tante esistenze, magari tutte diverse, è quindi pressoché illimitata rispetto a quella che abbiamo di vivere, al contrario, un incontro alla luce della verità. Probabilità sempre più ridotta dal fatto che, tutto questo, per quanto incredibile, fa automaticamente parte del gioco. E può finire persino nel trasformarsi in un “usa e getta” un po’ cinico.

F.F. Secondo te, l’emancipazione femminile ha inciso negativamente nel rapporto con l’altro sesso?

Marta Flavi: Non lo so se può avere inciso sugli uomini in maniera così esagerata da avere conseguenze tante drammatiche. Tanto più che, molti degli uomini che commettono femminicidi, hanno studiato, sono di una cultura anche piuttosto variegata. So dirti, però, che, di certo, si sentono meno padroni delle nostre esistenze e questo può averli in qualche modo destabilizzati. Tuttavia, la nostra emancipazione dovrebbe essere più tutelata: ci rende libere, coscienti; ci rende persone migliori, in grado di agire come vorremmo, ovvero secondo i nostri canoni di scelta e non più solo i “loro”.

F.F. Le donne di successo e la loro necessità di apparire ad ogni costo nella passerella per antonomasia, il Red Carpet offerto dalla mostra del Cinema di Venezia: discutevi proprio l’altro giorno, a La vita indiretta, circa gli eccessi di talune ragazze, presenti a quella manifestazione, che sarebbero state disposte a tutto, persino denudarsi, per un quarto d’ora di popolarità. Perché, se, come facevi giustamente notare, “dopo”, dovranno comunque ricomporsi, dimostrando una volta per tutte il loro vero valore, le donne si lasciano sedurre lo stesso da queste “scorciatoie”?

Marta Flavi: Cara Federica, è vero: come diceva Andy Warhol, “In futuro tutti saranno famosi per un quarto d’ora”, e queste ragazze - sconosciute di cui non ricordo il nome men che meno ora, dopo quel fatidico gesto - hanno ben pensato che, mostrandosi praticamente nude e con le gambe divaricate, sarebbero riuscite “prima” nel loro intento. Nulla di più sbagliato, perché il talento si costruisce e, quando dovranno rindossare i loro slip, nessuno ricorderà più ciò che sapevano fare al di là di quello. Per non dire che, innanzitutto, trovo volgare, anzi proprio avvilente che una donna ancora ricorra a certi mezzi su un red carpet così elegante e glamour come quello di Venezia!

F.F. A proposito di pari opportunità, c’è un altro campo in cui restano ancora piuttosto inconsistenti: la differenza d’età in una coppia formata da un uomo giovane ed una donna matura, un tabù che non accenna a cedere il passo alla felicità. Tu cosa ne pensi?

Marta Flavi: Hai perfettamente ragione. Devo dirti che, l’altro giorno, ho visto arrivare in un famoso ristorante romano, una donna sui cinquanta ed un ragazzo che dimostrava circa 25 anni, ed io stessa, quando li ho visti scambiarsi dolci effusioni, mentre solo poco prima avevo pensato fossero madre e figlio, me ne sono stupita, sebbene mi senta ormai affrancata da certi condizionamenti e retaggi culturali. Non solo mi sono stupita, mi sono pure chiesta se questo, sia un tabù davvero così facile da superare. Con la testa, sì, ma come ripeto, non con certi condizionamenti che ancora ci adombrano il cuore. Certo, mi stupisco anche della situazione all’opposto, uomini settantenni, o comunque non più giovanissimi, al cui braccio mostrano splendide ventenni. È una questione molto discussa, l’idea sarebbe una differenza di età minima, per non incappare in situazioni troppo sbilanciate a favore dell’uno o dell’altra. È vero che tutto è lecito per la felicità, ed il cuore è libero e non sente ragioni, ma questo, mi fa pure impressione. Una donna, infatti, nella nostra società, continua a rischiare molto di più; l’uomo, invece, può reinvestire quello stesso denaro che, il più delle volte, ha messo in gioco per attirare l’eventuale ragazza. Ma la donna, quando viene abbandonata, si sente annientata, perché ha impiegato qualcosa di diverso, di più importante, sentimenti, speranze che, una volta andati delusi, la impoveriscono specie nell’autostima, e molto più di un uomo. Poi, però, c’è un tallone d’Achille che si scopre a tutti: si crede, cioè, di poter ritornare giovani. È questa, è una grande bugia che si racconta a se stessi. Voglio concludere con un episodio che trovo emblematico: nel palazzo dove abitavo prima, c’era un novantenne che, ricchissimo, ogni mattina incontravo per la colazione al mio stesso bar, accompagnato dai suoi due domestici extracomunitari. Fino a che un giorno, non lo trovo tutto phonato, ringalluzzito, con una splendida sciarpa blu al collo. Mi fermo e a quello che chiamavamo simpaticamente il Professore, chiedo cosa fosse successo. “Marta”, mi risponde tutto felice,”mi sono innamorato, ho incontrato Consuelo. La mia donna, non è solo bella, simpatica, intelligente, …”. Non finisce la frase che si sente chiamare: “Mi Amor, mi corazon, mi vida…”. Era entrata Consuelo, bellissima, statuaria, dalla dentatura invidiabile. Gli butta le braccia al collo. Ed io: “Signora Consuelo, lei fa miracoli!”. Inutile che vi dica come il nostro Professore, grazie a lei, abbia abbandonato la sua situazione di premorte e, con un balzo felino, grazie alla fantastica argentina, si sia trasportato in una situazione di vita. E che vita!

Marta Flavi si racconta in esclusiva per #noiciamiamo: l'emancipazione dovrebbe essere più tutelata perché ci rende migliori


Scritto da: Federica Ferretti
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