Dietro

11/24/17

Una scrittrice per il 25 Novembre: Carla Vangelista, testimonial eccezionale di #maipiunemiche e #noicontinuiamoadamarci


Quando si solidarizza tra donne, quando si può vantare una “catena rosa” già così consistente, e quando, ad aggiungersi, è una simile scrittrice, allora, siamo davvero sulla strada giusta, praticamente ad un passo dal raggiungimento dell’ennesimo traguardo.

Ovvero il rilancio tanto di #noiciamiamo quanto di #maipiunemiche.

Saluto con un benvenuto più che caloroso, quindi, una donna dallo spessore creativo ed emotivo quale Carla Vangelista, personaggio ormai indiscusso che, infatti, ha accolto con incredibile entusiasmo queste idee, abbracciando cioè con una forza ancora più illimitata, il significato di tali campagne.

Ecco come ci si evolve in #noicontinuiamoadamarci, uno #stopnonamore che, a piacevole sorpresa, rischia di non avere più confini!

E noi, #innomedelledonne, che purtroppo in larga parte del mondo, continuano ad essere offese e vilipese, straziate e dilaniate, non possiamo che esserne liete.

I cambiamenti iniziano sempre dal basso, dalle piccole cose, dai piccoli gesti quotidiani, e soprattutto, dalle parole.

Cui, non a caso, stiamo dando un enorme peso.

F.F.Gli esordi ed il senso di Carla per la scrittura: quando capisci che hai questa speciale “vocazione”?


Carla Vangelista: Quello che ho capito da subito, da piccolissima, è stato che avevo bisogno di inventare storie, personaggi, vicende, che mi tenessero compagnia (io figlia unica). E soprattutto che mi aiutassero a filtrare la realtà interpretando il mondo che mi circondava in una maniera più accettabile e colorata. Appena ne ho avuto la possibilità, appena imparato a scrivere, ho riversato tutto questo su foglietti, diari, quadernoni, temi scolastici. Era come un fiume sempre in piena, foraggiato continuamente dai libri che leggevo, dal mio desiderio di conoscermi e di conoscere. E per fortuna quel fiume non si è mai essiccato.

F.F. Da doppiatrice a dialoghista, hai attraversato quasi tutto il mondo dello spettacolo, contribuendo a “costruirlo”, e sei stata pure traduttrice: cosa provavi a dover cercare di rendere le storie che avevi sulle labbra e tra le dita?


Carla Vangelista: Fare la dialoghista per il doppiaggio, tradurre, adattare, cercare di rendere il senso di ciò che qualcun altro aveva voluto raccontare, mi ha insegnato tutto. L’errore più grande è quello di molti che pensano che diventare scrittrice o sceneggiatrice ti ponga su un gradino più alto rispetto a quel lavoro. E’ invece l’anello di una catena che ti porta a comprendere la creatività degli altri, a rispettarla, che accresce il tuo lessico, la tua padronanza della lingua. Che ti insegna parecchia umiltà e un feroce calendario di lavoro che non puoi non rispettare con l’alibi che ti senti “un’artista”. Per cui, anche dopo, un’artista non ti senti mai. E questo ti facilita la vita. Ho adorato farlo, lo rifarò se se ne presenterà l’occasione. E soprattutto mi sono divertita molto.

F.F. Curi diverse rubriche, dai respiri diversi, e, spesso, ti devi rapportare con le giovanissime: avresti un consiglio per sopravvivere alle tante lusinghe della celebrità facile?

CarlaVangelista: Come prima cosa forse spiegherei loro che la parola “facile” nasconde sempre un trabocchetto, o un prezzo da pagare. La vita non è facile, le conquiste non sono mai facili. Il che non significa affrontare la propria strada con paura o con un senso di sconfitta ma semplicemente essere consapevoli del fatto che bisogna lavorare duro, fare scelte coerenti, non lasciarsi scoraggiare dagli inevitabili “no” che incontri. Soprattutto, studiare, avere una preparazione. Anche e innanzitutto come essere umano. So che può suonare come un discorso pedante, soprattutto per una persona molto giovane, ma la cosa più importante è conquistare una dignità e un rispetto per se stesse che prescinde da come ti vede il mondo, fregarsene del giudizio altrui e sapere con chiarezza cosa si è disposti e non disposti a fare per ottenere quella celebrità che tanto ci alletta. E ricordarsi sempre che poi la sera si torna a casa e le luci si spengono. E tu sei con te stessa. Se quella te stessa è un’amica che conosci e con cui puoi dialogare, nessuno ti potrà mai fermare. Neanche gli errori che, inevitabilmente, compirai.

F.F. Se tu dovessi scrivere una lettera aperta a tutte le donne che ogni giorno subiscono violenza…

Carla Vangelista: Care sorelle, figlie, amiche, compagne di viaggio

Parlate, denunciate, esponete i colpevoli, non permettete a nessuno di ridurvi al silenzio o di portarvi a vergognarvi di voi. Il gioco più subdolo e doloroso di chi compie atti di violenza è convincere la vittima che forse, tutto sommato, è colpa sua. Che non vale abbastanza. Che forse è connivente. Che è sporca perché ha consentito a qualcuno di sporcarla. Oppure che lei non lo ama abbastanza, che non lo fa felice, che dovrebbe sforzarsi di più, dargli di più. Una delle frasi più comuni degli uomini che usano la violenza sulle proprie compagne o figlie, o mogli è “Guarda a che punto mi hai fatto arrivare”. Non accettate mai un concetto del genere. Ognuno di noi può scegliere chi essere e con chi essere. Voi, vi prego, scegliete di amarvi e di amare la vita.

F.F. Come si può diventare Carla Vangelista #continuandoadamarsi ogni giorno?

Carla Vangelista: Con la fatica che la nostra inadeguatezza e il nostro essere, soprattutto, continuamente di fronte al fatto che siamo solo dei fallibili esseri umani, comporta. Capendo che amare, soprattutto se stessi, è un lavoro che viene boicottato spesso proprio da noi. Bisogna applicarsi, tenere duro, cercare dentro di te la tenerezza e la comprensione anche quando ti disprezzi o ti detesti, o semplicemente non ti senti all’altezza. Facendo appello a tutto l’istinto materno insito in ognuna di noi per diventare madri di noi stesse. Madri amorevoli, non madri giudicanti. E cercando di usare molta ironia e molto, molto senso dell’umorismo.

Una scrittrice per il 25 Novembre: Carla Vangelista, testimonial eccezionale di #maipiunemiche e #noicontinuiamoadamarci


Scritto da: Federica Ferretti
Condividi la notizia: