Dietro
Gemma Favia prima testimonial di #maipiunemiche: l'ennesimo #stopfemminicidio di Federica Ferretti
Al fianco di Guido Barlozzetti e
Cinzia Tani, (ma anche di Georgia Luzi, Pierluigi Diaco e Franco Di Mare,
n.d.r.), la pugliese Gemma Favia ha
condotto Uno Mattina Caffè, avendo però, alle spalle, già un'esperienza
giornalistica presso Antenna Sud.
Mentre non ha mai trascurato la sua
formazione universitaria conseguendo una laurea in Lettere all'Università degli Studi di Bari, Aldo Moro.
Oggi, invece, la ritroviamo su
Rainews 24, con una conduzione molto americana del meteo su volere del
Direttore Antonio Di Bella.
L'ho scelta quindi in qualità di
prima testimonial dell'ennesimo filone di #noiciamiamo, proprio per la sua
solarità che vogliamo ci illumini tutte.
Si tratta infatti, della mia nuova
campagna di solidarietà femminile dall'emblematico titolo: #maipiunemiche.
Quale migliore inizio?
F.F.
Benvenuta Gemma, e grazie della tua gentilissima adesione. Che ne dici di
partire raccontandoci il tuo personale viaggio verso Roma? Ossia perché hai
deciso di entrare nel mondo dello spettacolo?
Gemma
Favia: In realtà, con Roma, è stato un vero amore a prima vista: infatti, l’ho scelta sin dalla
più tenera età -mi ricordo ancora che avevo
appena 5 anni- nel momento in cui l’ho visitata con i miei genitori, È stata cioè, una folgorazione, e non a caso,
da patita di calcio, tifo per lei. Sono sempre stata attratta dalla TV.
Raffaella Carrà era il mio idolo da piccolina, avevo questo sogno ma non
pensavo si sarebbe mai realizzato. Come accennavi giustamente tu, ho iniziato
però, da giornalista, grazie ad uno stage presso Antenna Sud, a Bari. Ho compiuto
a mano a mano questo cammino, con una cultura liceale alle spalle, e mi ci sono
appassionata. È diventato quindi, una
specie di elisir di cui mi nutrivo progressivamente e non riuscivo più a fare a
meno, anche perché l’ho collegata al giornalismo. Io stessa ho cominciato dalla
carta stampata, collaborando con alcune riviste Mondadori. Tuttavia, la
televisione è rimasto il primo amore che non si scorda mai, e quando è arrivata
Mamma Rai è stato il massimo. Ed eccomi qua!
F.F.
Il titolo della campagna è emblematico anche e soprattutto per te:
#maipiunemiche vuole essere un monito alla solidarietà rosa, specie nella rete,
quando la percentuale dei commenti sgraditi si tinge sempre più spesso di
questo stesso colore. Cosa ci puoi raccontare a riguardo, ti è mai capitato?
Gemma
Favia: Penso che i
social, se da una parte, sono uno strumento positivo, un contatto diretto con
il “tuo” pubblico,i fans si sentono così molto più vicini al personaggio,
dall’altro, sono un “campo di battaglia”. Arrivano cioè degli sfoghi spesso gratuiti,
ti attaccano incredibilmente senza un valido motivo. Già fa male di per sé, ma
fa ancora più male quando, purtroppo,ti sono rivolti da donne, dettati solo da
invidia, gelosie varie. Ecco perché è molto difficile riuscire a creare una
catena femminile. A volte, le critiche più feroci, ti arrivano da donne con cui
si dovrebbe al contrario collaborare per costruire un’alternativa ad un simile
odio virtuale.
F.F.
Quali sono, secondo te, le qualità che devono essere possedute da una donna per
avere successo?
Gemma
Favia: Non si capisce perché e lo vorrei tanto sapere come
mai le donne, a tutt’oggi debbano faticare sempre di più rispetto ad un uomo
per affermarsi. Dobbiamo cioè “dimostrare “ ogni volta qualcosa, quando invece
siamo già “superiori”. Al contrario, dobbiamo batterci per non farci
screditare. Dobbiamo avere tanta pazienza e forza, e dobbiamo imparare a
lasciarci scivolare addosso le critiche. Perché possediamo naturalmente la
giusta determinazione, ma ci lasciamo sopraffare perché siamo ancora il sesso
debole, soprattutto nel lavoro. Se siamo anche belle oltre che preparate, basta
questo dettaglio a farci sminuire. Questo agli uomini non succede. Allora, che
fare? Bisogna “fregarsene” e andare dritte per la propria strada. Ce la faremo!
F.F.
La rivalità in amore è un'altra dolente nota che ci ha ferite un po' tutte
almeno una volta nella vita. Cosa ne pensi?
Gemma
Favia: Per quanto mi riguarda, non ho mai desiderato l’uomo
di un’altra! Non è nelle mie corde, “accaparrarmi” un uomo impegnato. L’uomo
che voglio al mio fianco, deve essere solo “mio”. Mi rendo conto che non
tutti/e ragioniamo così. Io personalmente, non l’ho mai vissuto, ma ho avuto
testimonianze di “scippi” simili, nel senso che ti tolgono una parte di te. Lì,
è logico che la solidarietà femminile, viene subito meno. È pur vero che, in
questo caso, dai la colpa subito a lei, anche se è vero che le cose si fanno in
due. Noi donne, per un retaggio culturale ancora duro a morire, siamo sempre
portate, invece, a scagionare il nostro “compagno”, “marito” o “fidanzato” che
sia.
F.F.
I tuoi consigli per sopravvivere alla vecchiaia, un'altro flagello che ci pende
sempre più pericolosamente sulla testa...
Gemma Favia: Io diciamo pure che ci tengo molto, sin dai tempi del liceo. Lo vedo come una specie di “coccola”, ognuno lo dovrebbe fare perché si “vuole bene”. Ma se andiamo a ben vedere, c’è un’latra discriminazione di genere “totale”, noi donne siamo in qualche modo “condannate” ad essere sempre e comunque impeccabili, nel senso che noi dobbiamo combattere la vecchiaia, invece gli uomini diventano ancora più “fighi” se brizzolati. L’uomo che però arriva a curarsi più di me, non mi piace! E diventa ancor più assurdo affermare che quando l’uomo invecchia, comincia a cambiare vita, invece, non si dovrebbe invecchiare insieme? La donna è vittima anche di questa “crudeltà”.
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